Alla fine del Cinquecento il Granduca Ferdinando de’ Medici concepisce il progetto di allestimento, agli Uffizi, di uno spazio, adiacente alla Tribuna, “una stanza per piantar lo studio di architettura militare”, in cui esporre macchine per sollevare pesi, strumenti matematici, libri e carte geografiche.
Le prime decorazioni dello Stanzino delle Matematiche vennero eseguite, tra 1599 e 1600, da Giulio Parigi, che vi realizzò, accanto alla celebrazione di imprese medicee e di tradizioni professionali fiorentine, una storia visiva delle matematiche. I ritratti di Pitagora, Tolomeo, Euclide sono associati alla fondazione matematica dell’arte militare.
Tuttavia, l’indiscusso protagonista di questa storia visiva delle matematiche è Archimede, la cui apoteosi testimonia il rinnovato interesse per il Siracusano cui si assisteva in quegli anni: si pensi all’arrivo a Firenze del codice greco delle sue opere, oggi custodito alla Biblioteca Mediceo Laurenziana.
Sessanta anni dopo, il Granduca Ferdinando II e il principe Leopoldo de’ Medici dedicarono nuova attenzione alle matematiche, cui venne dedicato il Corridoio di Ponente della Galleria degli Uffizi. In questo spazio comparve, non a caso, il ritratto di Galileo Galilei celebrato come “nuovo Archimede”.