Cresce l’allarme per le acque potabili contaminate da sostanze cancerogene e l’OMS non vuole recepire i risultati degli studi.
L’acqua potabile, quella che esce dal rubinetto, dovrebbe essere pura e salubre, così come vuole la Legge. Ma questa sicurezza non è sempre garantita; o meglio, esistono delle normative che stabiliscono le quantità massime di sostanze potenzialmente pericolose, e questi limiti non vengono aggiornati da troppo tempo.
Fa discutere infatti la volontà dell’OMS di non recepire le ultime evidenze scientifiche: gli PFAS sono cancerogeni e non dovrebbero essere nell’acqua, nemmeno in minima parte.
PFAS è una sigla che sta a indicare un’ampia gamma di sostanze inquinanti che negli ultimi anni hanno contaminato tutto l’ambiente, dall’acqua all’aria, dal suolo al cibo. Sono sostanze che una volta liberate nell’ambiente non si scompongono mai, tanto da essere definite “forever chemicals”. Il problema è di ampia portata e coinvolge tutto il mondo, ma i vari Governi e l’OMS stessa stanno prendendo decisioni molto diverse tra di loro. Ecco cosa sta accadendo in Italia.
Di recente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità è stata accusata di redigere regole troppo “morbide” per quanto riguarda i limiti di PFAS nell’acqua potabile. Gli studi che venivano presi a esempio per stabilire queste quote erano redatti da personalità ed Enti con conflitti d’interesse, o almeno questa è l’accusa rivolta all’organizzazione. L’industria è comunque colpevole di questo problema, che al momento è fuori controllo proprio perché la Scienza stessa non sa quantificare i danni già fatti e gli scenari futuri.
L’OMS, dopo le polemiche, ha dovuto fare un passo indietro e diminuire le quantità massime consentite; precedentemente, si ipotizzava un limite di 100 ppt ma detta quantità nasceva da studi effettuati da esperti che avevano lavorato anche per le più note aziende chimiche. Adesso l’OMS sembra abbia dovuto ammettere che gli PFAS possono danneggiare seriamente la salute umana e ha rivisto la letteratura scientifica. Nel mentre, i Vari Paesi europei si stanno muovendo in autonomia, e regna la confusione.
Ad esempio, in Olanda si è stabilito il limite massimo di 4,4 nanogrammi per litro, così come in Svezia e Olanda (4 nanogrammi per litro) mentre in Germania sono stati più permissivi: il limite è di 20 nanogrammi per litro. E in Italia? Nel nostro Paese si è deciso di seguire la direttiva UE che stabiliva un limite massimo di 100 nanogrammi per litro per alcune decine di PFAS e 500 nanogrammi per tutti i PFAS. La speranza è che la politica adotti un comportamento più responsabile e interessato alla salute dei cittadini, e forse qualcosa in questa direzione si sta muovendo.
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