Arrivano polemiche e allarmi per quanto riguarda la sicurezza delle auto elettriche: se prendono fuoco è quasi impossibile spegnerle.
I cosiddetti veicoli green forse non sono così sostenibili come si pensava in un primo momento. Da quando un’auto elettrica ha preso fuoco in un grande garage innescando la distruzione di altri 70 veicoli (è successo a Seoul) tutti i Paesi industrializzati stanno cominciando a “unire i puntini” e collegare altri incidenti avvenuti nel corso degli ultimi anni. Non solo auto elettriche ma anche e-bike e monopattini elettrici sono maggiormente a rischio incendio rispetto ad altri tipi di veicoli.
Alcuni esperti hanno ricordato, ad esempio, che solamente nel 2019 a New York sono andati in fiamme 773 veicoli “green” causando addirittura la morte di 29 persone e il ferimento di ulteriori centinaia. Nel 2023, lo scenario si è rivelato leggermente migliore, ma si sono comunque innescati 268 incendi e ci sono stati 18 decessi e 150 feriti. Stiamo parlando di una sola città. New York, e dunque è facile immaginare cosa significhi moltiplicare questi numeri per tutto il resto del mondo. Oggi la domanda che si pongono gli esperti non è tanto se sia il caso di abbandonare il comparto delle auto green piuttosto di come fare a gestire un incendio di un veicolo elettrico.
Ad oggi manca un protocollo specifico per quanto riguarda l’incendio di un veicolo elettrico. Quando è capitato, i Vigili del Fuoco hanno dovuto utilizzare tantissima acqua, che comunque non serve a domare le fiamme. Il problema delle auto elettriche è la composizione chimica delle batterie al Litio, che una volta incendiate sono difficilissime da raffreddare. Non solo: sono anche molte le cause che possono innescare l’incendio, e maggiore è il numero di veicoli elettrici in circolazione, maggiore è la possibilità che avvenga una tragedia.
Gli esperti stanno lanciando l’allarme ma ormai è tardi: i veicoli elettrici sostituiranno presto quelli a motore endotermico. Le batterie al Litio possono prendere fuoco per diversi motivi, e il vero problema risiede nel surriscaldamento delle componenti, non tanto nelle fiamme in sé. Ecco perché non serve l’acqua, perché il Litio con essa reagisce producendo idrogeno, che è infiammabile.
Persino l’utilizzo di schiume o prodotti a base di anidride carbonica, al momento, hanno solo lo scopo di raffreddare la batteria, e l’operazione di per sé è molto costosa, difficile e pericolosa. I Governi e gli esperti stanno cercando una soluzione a questo problema che non è affatto di poco conto, ma al momento manca una procedura risolutiva e dunque il pericolo di danni è sempre più alto. La speranza è che chi di dovere trovi al più presto una soluzione, prima che sia troppo tardi.
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